SEGNALATE I LUOGHI DEL CUORE E DELLA PANCIA

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venerdì 15 giugno 2018

Sì del CdS alla modifica della LBC

Finalmente! A quattro anni dalla riuscita dell'iniziativa per la modifica della Legge sulla protezione dei beni culturali (LBC) voluta dalla STAN, il CdS ha licenziato il relativo messaggio che permetterà una tutela più incisiva delle testimonianze del nostro passato. Una bella vittoria per la Società per la protezione dell'arte e della natura, artefice dell'iniziativa popolare legislativa generica "Un futuro per il nostro passato" grazie alla quale i mezzi a disposizione di chi si batte per la salvaguardia della nostra memoria ne escono rafforzati. Leggi qui.
Ortica

martedì 22 maggio 2018

Rispedito al mittente il sì al progetto nel parco di Hermann Hesse


No alla realizzazione del controverso complesso immobiliare nel parco dell'ex casa rossa di Hermann Hesse: il Tribunale cantonale amministrativo rispedisce al mittente il sì incassato dal Governo. Accogliendo i ricorsi dei vicini, della STAN e dell'Heimatschutz contro la sua decisione dello scorso febbraio di accogliere le impugnative presentate contro il diniego della licenza edilizia, il TRAM rimescola nuovamente le carte in tavola.
Non sembra esserci pace per il progetto dell'architetto Alvaro Bührig: a ben cinque anni della prima richiesta di costruzione, tutto è ancora fermo. Ai promotori (Elisabetta Pavesi) non rimane ora che la via del Tribunale federale. A chi sinora si è prodigato per la salvaguardia del parco e la sua messa sotto tutela in omaggio alla memoria del premio Nobel, l'appello a continuare a battersi affinché alla tutela del patrimonio immateriale venga riconosciuta pari dignità di quella del paesaggio storico-architettonico .
Ortica

mercoledì 9 maggio 2018

Di alberi e di merli: il paesaggio che non c'è più


 
Alcune settimane fa mi sono imbattuta in uno scritto ("Quando il paesaggio è irriconoscibile") apparso nella rubrica Lettere&Opinioni del Corriere del Ticino. Iniziava così:

Non sento più cantare i merli e anche i passeri sono ormai pochi. Da un giorno all'altro hanno perso casa, terreno di gioco, di caccia. Da un giorno all'altro sono venuti giù una dozzina di alberi ad alto fusto: ippocastani, allori, faggi che davano frescura e un tocco di verde alla via. Lo scempio di cui sto parlando è avvenuto a Massagno, appena sopra l'aerea dove sorgeva l'albergo Washington, ora un cantiere aperto. Una zona dove negli ultimi anni è stato raso al suolo l'antico nucleo di Santa Lucia, sono state cancellate ville con giardini, alberi maestosi, cipressi centenari.

Continuo. In poche righe c'è tutto lo scempio cui stiamo assistendo un po' ovunque a Lugano. E non solo.

Poco più a nord, a ridosso dell'autostrada, un altro parco ha fatto la stessa fine (...). Gli alberi sono un pericolo. Tagli drastici di piante robuste si vedono anche lungo il sentiero che costeggia la Maggia.

Gli alberi sono un pericolo: già, ne sanno qualcosa gli ippocastani di Viale Castagnola. E invece sono gli alberi ad essere in pericolo! Proseguo e, poco dopo, leggo:

Con l'urgenza di sfruttare al massimo gli indici, ogni nuova costruzione impone la cancellazione totale del verde: si abbatte il tiglio, si pianta qualche palma, si infila un rampicante in una recinzione e poi la si chiama "Residenza del tiglio", col tiglio già in segheria (nella migliore delle ipotesi). Altri appartamenti di alto standing che rimarranno vuoti: il tasso di appartamenti sfitti in Ticino è altissimo, inversamente proporzionale al verde. Col taglio di alberi, interi quartieri hanno cambiato fisionomia, il viale Cassarate è lì da vedere.

Penso a Tita Carloni, acerrimo nemico dei "fitoassassini" e grande amico degli alberi, tanto da sognare "un esercito di anticorpi da opporre all'imperio del cemento, dell'asfalto, dei rumori, dell'aria malata". E penso a un suo scritto dove (era la fine degli anni '90 del secolo scorso) vagheggiava la creazione di un vasto progetto di restauro territoriale lungo il fiume Ticino, dalla Val Bedretto sino allo sbocco del Po: il grande vecchio dell'architettura ci ha lasciati ma se ancora fosse tra noi osserverebbe costernato l'evoluzione di un territorio sempre più irriconoscibile. Più grigio che verde. Così tristemente grigio che

"finiremo anche noi come i passeri, a guardarci attorno in un paesaggio che non riconosceremo più".

Dimenticavo: un grazie a Cristina Foglia per il suo scritto, bello e terribile al tempo stesso.

Ortica





lunedì 7 maggio 2018

Anno del patrimonio: un colpo al cerchio e uno alla botte?


L'anno del patrimonio è in pieno svolgimento in tutta Europa e la Svizzera non è da meno per celebrare questo importante appuntamento. Oltre il concorso di idee aperto a tutta la popolazione lanciato sulla piattaforma Patrimonio per tutti (presto sarà comunicato il progetto vincente), non mancano gli appuntamenti e le manifestazioni ai quali partecipano enti pubblici e privati, accomunati da unico intento: salvaguardare a valorizzare il patrimonio del nostro paese, sempre più messo sotto pressione. Tra questi, in prima linea, anche Heimatschutz e la STAN, che come sezione della Svizzera Italiana, ha messo a punto un programma ricco di proposte: consultare per credere! Eppure in questo anno del patrimonio, e ciononostante, Heimatschutz lancia l'allarme: la modifica della Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio (LNP) costituisce un durissimo e inaccettabile colpo alla tutela dei beni culturali e paesaggistici. La revisione consentirebbe la ponderazione degli interessi tra protezione e utilità non solo quando alla tutela si opponesse un interesse nazionale, ma anche nel caso di un interesse cantonale. Come dire? da  un canto si celebra a colpi di gran cassa l'anno del patrimonio, dall'altro si elabora una modifica che ne indebolisce la tutela. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Ripenso a quanto affermato alcuni giorni fa da Salvatore Settis, ospite a Lugano, in merito all'usata e abusata espressione "La bellezza salverà il mondo". Non è la bellezza che salverà il mondo, ma è il mondo che dovrebbe salvare la bellezza.
Ortica

giovedì 28 settembre 2017

A Lugano ancora ville a rischio: paghiamo lo scotto di una variante PR poco coraggiosa


  

Che un piano regolatore unitario sia della massima urgenza lo dimostra il consenso unamime con il quale il legislativo luganese ha approvato, lo scorso mese di maggio, lo stanziamento di quasi un milione e mezzo destinato a finanziare l'unificazione dei 21 piani regolatori in un unico Masterplan.  Se non bastasse, a dimostrare l'urgenza di un PR unitario, le note vicissitudini di Gandria - dove nonostante la bocciatura da parte del TF del progetto Borgo degli Ulivi, l'edificabilità dei terreni non è stata rimessa in discussione - come pure la mozione inoltrata da un gruppo di consiglieri comunali per avviare al più presto una variante di PR che consenta di dezonare al pian Scairolo il comparto del Corona. Occorre evitare che la transitorietà nella quale ci si trova possa andare ulteriormente a scapito della zona, già cementificata ad oltranza. 


E sempre nel Luganese, fa riflettere l'ennesimo caso di una villa storica a rischio abbattimento la cui tutela era stata suggerita dal Cantone. La villa in questione si trova a Massagno, comune dove in passato sono state consentite demolizioni scellerate, come quelle che hanno visto l'annientamento dello storico quartiere di Santa Lucia. Ora rischia di essere abbattuta una villa di inizio Novecento che il Cantone avrebbe messo sotto tutela quale bene di interesse locale, ma che il comune non ha voluto inserire nella lista di variante di PR all'esame di Bellinzona. Leggo che per fare spazio all'ennesimo parallelepipedo, verrebbero abbattuti due faggi che lo stesso municipio ritiene meritevoli di conservazione! In un passato recente, Massagno ha subito una profonda trasformazione che ha visto cadere sotto le ruspe innumerovoli testimonianze della sua storia. Non rimane che sperare nel preavviso cantonale.


Rimaniamo sempre nel Luganese, questa volta a Lugano. Che la lista di beni protetti inseriti nella variante di PR approvata sei anni fa sia lacunosa e meritevole di essere ampliata lo dimostra anche il caso del quartiere di Montarina. Correva l'anno 2011 e in un'intervista al GdP, Giordano Macchi, allora presidente della commissione della pianificazione all'epoca dell'approvazione del messaggio muncipale sulla variante dei beni culturali di interesse cantonale e locale,  si esprimeva così: "L'elenco è un ottima base di partenza, ma è evidente frutto di un compromesso. Da una lista preparata dai tecnici, neppure tanto lunga, il Municipio ha stralciato molti oggetti. Quindi si tratta di una lista troppo corta".  

Parole profetiche.  Infatti, il fatto che la variante fosse il risultato di un compromesso lo si misura oggi.  Nella stessa intervista,  Macchi tacciò la politica di tutela del municipio "da molto banda a inesistente. A parole tutti vogliono difendere il bello. Poi nella realtà vincono il denaro e il cemento."  Re Giorgio nel frattempo è caduto, le bellezze storico-architettoniche di Lugano sono meglio tutelate,  ma si potrebbe fare ancora meglio. Infatti, a dimostrare le lacune della variante di PR approvata nel 2011,  è l'interrogazione urgente con la quale lo scorso luglio i verdi hanno sollecitato il municipio a istituire una zona di pianificazione per la tutela dell'intero quartiere di Montarina, una richiesta analoga della STAN e le polemiche sorte sulla mancata protezione di due edifici in via Loreto. Il primo oggetto di una domanda di costruzione alla quale la STAN si oppone, il secondo oggetto di una richiesta di messa sotto tutela da parte degli stessi proprietari. Frattanto, lo scorso giugno, il Consiglio di Stato ha reso noto di avere individuato 22 altri beni culturali da tutelare. Quel che è certo è che  se si avesse avuto il coraggio di stilare un elenco esaustivo sei anni fa,  anzichè corrrere ai ripari oggi chiedendo la messa tutela a posteriori di edifici snobbati a suo tempo, si sarebbe risparmiata la demolizione di altre testimonianze del patrimonio culturale, storico e architettonico di cui Lugano è stata privata negli ultimi sei anni.


Ortica



sabato 16 settembre 2017

A quando la revisione del PR di Gandria?


Il re è morto, viva il re! Alla luce di quanto riportato dalla stampa in merito al sentenza del Tribunale federale sul controverso progetto Lo Riso-Pacchin a Gandria, parafrasando la celebre frase potremmo commentare "Il Borgo degli ulivi è morto, viva il Borgo degli ulivi!". Dopo la bocciatura del TF, forti del fatto che l'edificabilità del terreno non è stata messa in discussione, i promotori hanno infatti comunicato di  intendere presentare un nuovo progetto concertato con le competenti autorità. E' più che mai urgente che il municipio di Lugano proceda alla revisione del PR del quartiere luganese e alla  sua protezione, unico modo per ... salvare il salvabile!
Ortica

A rischio una pregiata area lacustre a Magliaso: salviamola firmando la petizione









Lo scorso febbraio un progetto per l'edificazione di un complesso residenziale a Maroggia e in parte a Melano ha suscitato l'opposizione di numerosi cittadini, dei Cittadini per il territorio e della STAN.
Ora è la volta di Magliaso: a suscitare le ire di chi si batte per la tutela del territorio, la realizzazione su un terreno a lago di 2'800 metri quadrati di un complesso di dieci appartamenti. Il progetto comprometterebbe i delicati equilibri di un'area pregiata dal punto di vista paesaggistico e ambientale, caratterizzato da alberi di alto fusto, canneti e da una passeggiata a lago. Un comparto che fa gola ai promotori immobiliari anche se l'interesse pubblico del comparto dovrebbe e deve essere preminente rispetto a quello privato. Ricordiamo che stando alla Costituzione federale e cantonale, le rive dei laghi devono essere accessibili alla popolazione. A voler salvare questo lembo di rive pubbliche dall'ennesima speculazione immobiliare, una petizione per la salvaguardia di questa area verde lacustre. Vi invitiamo a firmarla e a farla girare,


Ortica